Sindrome caratterizzata da ridotta azione degli ormoni tiroidei che provoca un rallentamento di tutti i processi metabolici. Nella quasi totalità dei casi è dovuta ad una ridotta capacità della tiroide di sintetizzare quantità sufficienti di ormone tiroideo (ipotiroidismo primitivo).
Se insorge nel feto o nel neonato (ipotiroidismo congenito, con incidenza 1 su 3.000 nati) purtroppo i danni dello sviluppo fisico e intellettivo sono spesso permanenti.
Può essere causato da una carenza di iodio; in termini di prevenzione si deve effettuare un attento controllo ecografico fetale (in particolare se la madre è affetta da una patologia tiroidea).
Se si manifesta nell’adulto (ipotiroidismo acquisito, con prevalenza poco inferiore all’1%) si ha un rallentamento di tutti i processi metabolici e i danni sono generalmente correggibili con la terapia sostitutiva (ossia con la somministrazione di adeguate dosi di ormone tiroideo L-tiroxina, T4).
I sintomi principali dell’ipotiroidismo “conclamato” sono sonnolenza, astenia, rallentamento dell’eloquio, depressione, rallentamento dei battiti cardiaci, cute secca, sensibilità al freddo, gonfiore con tendenza all’incremento ponderale, pallore, stipsi, ingrossamento della lingua, fragilità dei capelli, irregolarità mestruali ed infertilità.
La patologia si manifesta più frequentemente nelle donne (rapporto 4:1 con gli uomini) e ha una forte componente di familiarità; la causa più frequente è rappresentata dalla Tiroidite linfocitaria di Hashimoto.
La diagnosi di ipotiroidismo avviene mediante indagini di laboratorio ed ecografia tiroidea.